Carissimi, come avrete percepito dalla mia pagina di presentazione, ho sempre amato moltissimo viaggiare.
Tuttavia, prima di decidere quali donne avrei voluto raccontare attraverso i miei viaggi, ho riflettuto un istante, perché mi sembrava doveroso iniziare da lontano… ovvero mi sembrava necessario tornare alla notte dei tempi, quando tutto era in embrione, quando ancora la presenza della vita umana su questa terra era in divenire, quando le stelle erano ancora un punto di riferimento essenziale per gli antichi popoli.
Ecco dunque che si presenta ai miei occhi la stella Venere, stella primaria del firmamento, per rappresentare il Femminile. Dovete sapere che, il pianeta Venere è estremamente simbolico per lo scandire dell’inizio delle ere, dunque, in questo tempo di grandi cambiamenti, lo dobbiamo tenere presente, ancora più con attenzione! Infatti, conosciuto fin dall’antichità, si presenta ciclicamente di fronte ai nostri occhi di esseri umani. Da sempre, da quando il nostro sistema solare è così concepito, una meravigliosa danza intercorre tra la Terra, il Sole e Venere, pianeta del bel canto, il cui suono apporta accordi d’armonia ed equilibrio a questo movimento. E’ scientificamente provato e studiato che, i suoi transiti avvengono in tempi alterni, con una media di circa 120 anni. (Se desiderate approfondire tale argomento, potete leggere il mio precedente libro Le stelle in una stanza Ed. Autorinediti 2017).
Grande simbolo davvero questa stella di Venere! In esso è racchiuso il segreto della vita, il grande principio della geometria sacra che si basa sul numero aureo. Ogni cosa vivente, così come intere galassie, prendono forma secondo queste proporzioni. È lo slancio evolutivo che necessariamente pervade l’universo e produce quel creativo movimento a spirale. Questo femminile della stella Venere contiene tutte le componenti più belle di una vita in luce: amore, bellezza, armonia, estetica, pienezza, nutrimento, sacralità, saggezza, benevolenza, creatività, cooperazione e pace.
Ebbene, se comprendiamo i pianeti come rappresentanti di determinati aspetti della nostra consapevolezza, allora queste qualità menzionate di Venere, nel momento in cui il pianeta transita tra sole e terra, vengono proiettate sulla terra attraverso il nucleo, la forza e l’energia del Sole, il quale le àncora all’interno del nucleo stesso della nostra Terra. Questo trasferimento di meravigliose qualità del femminile dovrebbe essere già avvenuto varie volte nei millenni, tanto che, mitologicamente, gli antichi greci diedero il benvenuto ad Afrodite Anadiomene, che si manifesta sulla terra, ricordandola emergere dalla spuma delle acque del Mediterraneo nei dintorni di Paphos, sull’isola di Cipro.
A riprova della sua venuta, voglio riportare qui di seguito il meraviglioso Inno a Venere, scritto dal poeta latino Tito Lucrezio Caro nel I secolo a.C. nel libro “De Rerum Natura” che esprime a pieno quanto voglio trasmettere a voi lettori, e cioè: è grazie a Venere che gli esseri, una volta nati, prendono vita e guardano per la prima volta la luce del Sole, ovvero prendono coscienza di se stessi e dell’esistenza.
“…Madre degli Eneadi, voluttà degli uomini e degli dèi,
Tito Lucrezio Caro, De Rerum Natura
alma Venere, che sotto gli astri vaganti del cielo
popoli il mare solcato da navi e la terra feconda
di frutti, poiché per tuo mezzo ogni specie vivente si forma,
e una volta sbocciata può vedere la luce del sole:
te, o dea, te fuggono i venti, te e il tuo primo apparire
le nubi del cielo, per te la terra industriosa
suscita i fiori soavi, per te ridono le distese del mare,
e il cielo placato risplende di luce diffusa.
Non appena si svela il volto primaverile dei giorni,
e libero prende vigore il soffio del fecondo Zefiro,
per primi gli uccelli dell’aria annunziano te, nostra dea,
e il tuo arrivo, turbati i cuori dalla tua forza vitale.
Le fiere e gli armenti balzano per i prati in rigoglio,
e guadano i rapidi fiumi: così, prigioniero al tuo incanto,
ognuno ti segue ansioso dovunque tu voglia condurlo.
E infine per mari e sui monti e nei corsi impetuosi dei fiumi,
nelle frondose dimore degli uccelli, nelle verdi pianure,
a tutti infondendo in petto la dolcezza dell’amore,
fai sì che nel desiderio propaghino le generazioni secondo le stirpi.
Poiché tu solamente governi la natura delle cose,
e nulla senza di te può sorgere alle divine ragioni della luce,
nulla senza te prodursi di lieto e di amabile,
desidero di averti compagna nello scrivere i versi
che intendo comporre sulla natura di tutte le cose …”
Ma torniamo a Cipro e al mio viaggio.
Raccontare quest’isola non è facile. La sua storia è sempre stata particolarmente complessa. Una complessità dovuta alle diverse dominazioni succedutesi nel corso dei secoli e alla vicinanza geografica coi paesi del Mediterraneo Orientale. Infatti, Cipro funge da cerniera tra Oriente e Occidente, essendo per metà greca e per metà turca. Sicuramente un’isola da conoscere nel suo profondo, pertanto è meglio visitarla fuori dai periodi estivi. Così, mossi dal desiderio di scoprire una terra così particolare, a capodanno del 2016 io e mio marito, dopo un viaggio interminabile, finalmente tocchiamo terra cipriota. L’obiettivo principale del nostro itinerario era visitare i Monti Troodos, dove esistono diversi monasteri dedicati all’arcangelo Michele, di cui siamo devoti. Da sempre, i Monti Troodos accolgono pellegrini in cerca di rifugio, protezione, ascesi, o più semplicemente pace e contatto con la natura incontaminata. Qui, i monasteri custodiscono alcune tra le testimonianze più significative dell’arte bizantina e post bizantina, con affreschi meravigliosi ancora intatti, da togliere il fiato. Non a caso, diverse chiese della zona sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Pertanto, il nostro entusiamo era pieno ed eravamo felici di avere raggiunto tale meta, dopo tante difficoltà.
Gli ultimi giorni del nostro itinerario erano programmati per trascorrerli a Paphos, la località turistica più rinomata, ma di cui non non sapevamo quasi nulla. Così, con altrettanto entusiasmo, percorriamo la costa sud per raggiungerla e con nostra incredibile sorpresa, leggendo alcuni punti della guida, veniamo a sapere che Paphos è famosa per la leggenda di Afrodite comparsa dalle acque… ci troviamo a Petra Tou Romiou, nota anche come spiaggia di Afrodite. La dea della Bellezza sarebbe emersa in prossimità di questa spiaggia per recarsi ad un incontro amoroso. Lì, vi sono due faraglioni imponenti e la vista al tramonto è sublime, come se Afrodite volesse ancora parlare a tutti coloro che si fermano a contemplare, alla ricerca di un attimo indimenticabile da sigillare nella propria vita.
Dopo avere passeggiato per un po’ di tempo su questa spiaggia magica, dirigendoci verso la cittadina, scopriamo che, proprio in quell’anno 2017, Paphos sarebbe stata Capitale Europea della Cultura. Incredibile!, chi l’avrebbe mai immaginato! e noi eravamo proprio lì, in tempo reale! Con tutta certezza, eravamo stati guidati dal Cielo per poter compiere un’esperienza del genere con il secondo obiettivo, soltanto ora consapevole, di rendere grazie e onore all’antica Dea della Femminilità, scesa dal Cielo per noi.
Mi sentivo grata alla vita, a Dio, e soprattutto alle guide arcangeliche che, passo dopo passo, ci svelavano verità antiche. Come dunque non cercare il Tempio di Afrodite? Sapevamo della sua esistenza, ma, pur chiedendo a diverse persone del posto dove si trovasse, continuavamo a ricevere risposte vaghe. Infine, la nostra perseveranza vinse, e finalmente ci trovammo all’ingresso dei resti dell’antico importantissimo tempio dedicato ad Afrodite, anche questo Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Purtroppo, è un sito archeologico quasi dimenticato, alquanto trasandato, con pochissima letteratura a riguardo e pochissimi visitatori… che tristezza…
Eppure Lei parlava a me, a noi, ringraziandoci di averle reso omaggio, invitandoci a ricordare a tutti la necessità di coltivare la Bellezza, l’Amore, l’Armonia e la Pace per il Tutto. Un messaggio molto importante ed estremamente attuale, soprattutto per i tempi che stiamo vivendo. Allora, sono certa che Venere Afrodite, in quell’anno, ci stava preparando… Sono certa che ci stesse chiedendo di non dimenticarci di Lei, Colei che da sempre diffonde le qualità del Cuore nel mondo. Così, in quel momento, appoggiata alla pietra, baciata dagli ultimi raggi del sole che tramontava all’orizzonte sul mare, osservavo lo spazio, immaginavo il Tempio nel suo pieno fulgore, vedevo i riti e le danze, udivo i suoni ed i canti, insomma… un’atmosfera magica, dove tutto era dedicato a Lei, a Venere Afrodite, per celebrare solo e soltanto l’AMORE.
A ricordo di quel sigillo impresso nei miei sentimenti, mi imbattei in una bancarella che vendeva souvenir di tutti i generi, il mio sguardo andò dritto su una statuetta che rappresentava Venere, mi colpì incredibilmente per la sua sinuosità, per la sua bellezza estetica, per la sua bellezza interiore, e per la sua elevazione; la comprai immediatamente, senza nemmeno pensare un attimo di più. Lei voleva accompagnarmi, voleva stare al mio fianco. Ed eccola qui, ora, per voi, tra le foto di questo articolo.
Che raccontare di più? Lascio a voi le riflessioni, lascio a voi il testimone di quanto mi ha passato Afrodite quel giorno a Paphos… lascio nelle vostre mani quanto Afrodite ha lasciato nelle mie: un desiderio profondo di abbracciare, di accogliere e di amare tutti gli aspetti di noi stessi, di amare prima di tutto noi stessi, per poi amare gli altri. Così, Venere Afrodite ci insegna ad amare attraverso le qualità del nostro femminile più bello.
Finisce qui la prima tappa del mio itinerario, ricordandovi che Venere Afrodite ci accompagnerà anche nelle tappe successive, per incontrare Donne meravigliose, che hanno accolto Venere nella loro vita.
Paola Bizarri
“Duc in altum!”
Lc. 5, 4